martedì 18 agosto 2015

non dovrei essere qui

così mi incendi,
con bugie di suoni mi possiedi

franco battiato – è stato molto bello


non dovrei essere qui. in una sera di metà agosto, con l’estate in pausa e un altro temporale che si avvicina. con il buio fuori, le nuvole nere, le candele accese, gli occhi stanchi, i pensieri confusi e le parole che si inciampano. con la voce di battiato che complica le cose ancora di più.
non dovrei essere qui. con il ginocchio che torna a farmi male, e mi chiedo cosa voglia dirmi, e non riesco a stare fermo e non vorrei essere qui.

[“sì, ma non dirlo. mi farebbe male”
“non lo dico, ma fa male lo stesso”]

dovremmo sempre essere dove finiscono le cose. per tenerle ancora un po’ tra le dita, prima di lasciarle scivolare via, prima che abbassino gli occhi e distolgano lo sguardo, prima di girarci ancora una volta a cercarle e non vederle. ci sarà il tempo, poi, per restare fermi, per raddrizzare i ricordi, per sentirne la mancanza anche quando ci sembra di non sentirla.

[“perché mi guardi?”
“per quando non ti vedo”]

dovremmo sempre essere dove le cose iniziano. per ricordarci l’odore buono che hanno, le mani dolci, gli occhi fragili e la paura che fanno. o come ci entrano nelle narici, sotto la pelle, dentro al cuore, senza che possiamo, o vogliamo, difenderci. non le vogliamo mai imparare, le cose che iniziano, perché vogliamo solo che continuino a iniziare.

[“cosa leggi?”
“un libro che ho già letto qualche anno fa”
“io non leggo mai i libri che ho già letto”]

un giorno la smetteremo di essere sempre dove non vorremmo.


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