venerdì 20 novembre 2015

e tu mi guardavi

he looked up to the one cave painting
 and stole the colours from it

michael ondaatje – the english patient


mi hai chiesto cosa significa il tatuaggio che ho sul braccio, e io non ricordo cosa ti ho risposto. ma ricordo benissimo dove eravamo. seduti su una panchina di marmo appena fuori piazza duomo, a milano, lungo il viale che va verso il castello sforzesco; era quasi sera, era quasi estate, fumavo una sigaretta e cercavo di non restare in silenzio.

(novembre sta finendo)

è un nuotatore, probabilmente ti ho detto, anche se si fa un po’ fatica a riconoscerlo. e probabilmente cercavo di non guardarti, e mi accarezzavo il braccio mentre ti spiegavo che è la riproduzione di una pittura rupestre che si trova nella grotta dei nuotatori, in pieno sahara egiziano, ai confini con la libia, e che le pareti di quella caverna sono ricoperte di figure di persone che nuotano, e animali, e palme, e che quindi forse lì una volta, al posto del deserto, c’era un lago, una cosa che sembra così impossibile, e vera.

(dicono che domani arrivi l’inverno)

forse sono andato avanti a scacciare il silenzio, non ricordo, e ti ho raccontato che in questa grotta si svolge la scena più bella e commovente de “il paziente inglese”, il romanzo di michael ondaatje, il mio libro preferito, dal quale è tratto il mio film preferito. ma quello che non ti ho detto è che in quel libro, nella precisione, nella potenza e nella bellezza tagliente delle sue parole e delle sue immagini, c’è tutto quello che penso dell’amore.

(e la luce dello schermo del computer comincia a non bastare)

e tu mi guardavi.


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