oh, can't anybody see
we've got a war to fight
never found our way
regardless of what they say
portishead – roads
un anno fa, più o meno, mi è cambiata la vita. non faccio che pensarci, in questi giorni. penso che non è successo nulla, in fondo, che quasi nessuno se n’è accorto, e quasi non me ne accorgevo nemmeno io. è stato un leggero slittamento del cuore, una nota stonata, un graffio muto.
[“forse preferivo continuare a non sapere il tuo nome”]
ascolto i portishead, stasera, che mi consumano le orecchie. il cielo è coperto e ha una luce strana, come di primavera incazzata. suona il telefono, ed è la voce rassicurante che volevo sentire, quella che ti dice tutto senza dirti mai niente. il mondo forse fa un altro rumore, ma stasera non importa. stasera il mondo è la voce di beth gibbons, che quando attacca a cantare roads, con il suo “oh” stentato, a me ogni volta vengono i brividi, e vorrei solo chiudere gli occhi e diventare invisibile.
[“ma adesso dove andiamo?”
“da nessuna parte?”
“o dappertutto?”]
un anno fa, più o meno, ero lì e ti domandavo cosa stesse succedendo. non avevi risposte, come immaginavo. mi guardavi e basta. mi facevi tenerezza e anche un po’ paura. perché avrei voluto chiederti “ma adesso dove andiamo”, ma non ce n’era bisogno, perché sapevo benissimo che non dovevamo andare da nessuna parte, dovevamo solo provare a stare fermi, e non ci riuscivamo. dovevamo solo provare ad abbracciarci, e non ci riuscivamo.
[“a volte succede che non ho più niente da dire”
“e allora tu guardami”
“e se non ti vedo?”]
un anno fa, più o meno, i tuoi occhi erano i miei.
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