giovedì 22 gennaio 2015

un rifugio

he’d said he’d never face the cold
without her hand there to hold.
that was long ago, when the snow was whiter.

lamb – doves & ravens


ho trovato un rifugio, in questi giorni.
è un libro di uno scrittore norvegese, karl ove knausgaard, che si intitola “my struggle”, ossia “la mia lotta”. non è un romanzo, ma una specie di racconto autobiografico in sei volumi, quasi quattromila pagine di ricordi e riflessioni, storie di famiglia e episodi di vita privata. messa così, sembra una roba di una noia poderosa, e non avrei mai iniziato a leggerlo se non me l’avesse consigliato una persona della quale mi fido ciecamente.
e niente, adesso non riesco a smettere di spiare la vita di questo tizio, anche se non succede nulla di straordinario, anche se non so fino a che punto credergli, quanto l’immaginazione sostituisca la realtà. ma alla fine non importa, perché lui se ne sta lì, e si mette a nudo, e si fa leggere, con la precisione delle sue parole e tutta la luce che ne viene fuori.

[“ecco. adesso sarebbe bello poter fermare il tempo”
“no”
“no?”
“con tutto quello che possiamo ancora far succedere…”]

c’è della neve fresca sulle montagne, e sento il rumore dei minuti che passano, mentre leggo. faccio una pausa e appoggio il libro a terra, mi alzo dal divano, mi faccio un te, e mi rendo conto che, a differenza sua, io non riesco a raccontarmi, non questa volta.

[“a volte non rispondi”
“forse ho paura di quello che potrei dire”]

perché sembra facile parlare di sé, che ci vuole. ma ci sono momenti che siamo codardi, che non ci vogliamo ascoltare, o forse ci ascoltiamo troppo, che vorremmo solo scappare, che le parole ci si fermano in pancia, e restano lì, e si gonfiano.
e allora torna utile un rifugio, come questo libro, o aprire la finestra e guardare se per caso ha iniziato a nevicare, come avevano detto, o un abbraccio, o una canzone nuova dei lamb, o controllare se mi ha scritto per dirmi di stare tranquillo, di non preoccuparmi, che andrà tutto bene, e io un po’ ci crederei, farei un sospiro, accennerei un sorriso, e risponderei che lo so, che andrà tutto bene, che non vedo l’ora di raccontare tutto.

[“andrà tutto bene”
“lo so”]

per ora fuori non nevica, fa solo freddo.



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