martedì 23 settembre 2014

oggi a venezia il cielo era perfetto

oggi a venezia il cielo era perfetto.
e non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro, perché era perfetto. ma ho questa urgenza di scriverlo, appena rientrato in casa, stanco di una giornata importante e di un’estate densa. era perfetto, come una pausa, un respiro profondo, una mano che ti cerca.

[“che leggi?”
“le vergini suicide”
“e com’è?”
“mi fa esplodere”]

c’era quel blu, sopra i tetti, intenso e luminoso. ed era come se, per una volta, non fosse un caso. e cercavo di far finta di niente, di non pensarci, che fa tanto strano liberarsi di un pezzo di passato, dei sogni che avevamo, fa un po’ male sapere che ci ritroviamo qui, con la vita che va come vuole, e con i segni che ci lascia addosso.

[“scegline una”
“a caso?”
“chiudi gli occhi e scegline una, con la mano sinistra. fidati, sarà lei a chiamarti”
“questa”
“questa vuole dirti che ti devi liberare di tutti i pensieri che ti intasano la testa. devi vivere, senza pensarci troppo”]

non volevo più andarmene, volevo fermarmi a guardare quella luce piena che cambiava, impercettibile, continuare a guardare il cielo che per tutto il giorno è rimasto perfetto. e quindi ho aspettato, mi sono seduto in campo e c’era tutta quella gente che passava, e i ricordi che tornavano, e le labbra che ho baciato, le schiene che ho stretto, le cose come sarebbero potute essere e non sono state.
non volevo più andarmene, e poi è arrivato il tramonto. e il sole era una palla rossa, enorme, tra qualche nuvola. e allora ho preso le mie cose, mi sono alzato, e sono tornato a casa.

[“cosa vorresti essere?”
“me”]

ho un pezzo di cuore che avanza. per ora lo tengo per me.


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